CNA Fita non ci sta. Gli autotrasportatori siciliani versano in condizioni di grave difficoltà e la situazione, divenuta insostenibile da più fronti, urge una risoluzione tempestiva quanto capillare. Il ristoro dei maggiori costi sostenuti per il dissesto della viabilità, la richiesta immediata di un commissario straordinario, la rivisitazione della normativa sul marebonus e maggiori controlli nei confronti della criminalità organizzata sono i punti contenuti nel documento predisposto al termine dei lavori della presidenza regionale di CNA Fita Sicilia, che verrà consegnato al Ministro De Micheli, al Vice Ministro Cancellieri e al Presidente della Regione Sicilia, Musumeci. Approfondiamo i punti cardine del documento.Uno studio CNA Fita ha stimato che gli autotrasportatori dell’isola stanno sopportando dai 14 ai 20 milioni di euro al mese di maggiori costi a causa del pessimo stato della viabilità. La rete stradale è del tutto inadeguata: interrotta in più punti in una delle sue arterie principali, l’autostrada A19; con necessità di ammodernamento e manutenzione l’A18 e l’A20; obsoleta, dissestata, insicura e piena di cantieri la gran parte della restante viabilità “provinciale”. I percorsi alternativi individuati interessano centri abitati colpiti da dissesti idrogeologici, caratterizzati da buche e criticità di altro genere che per un mezzo di 44 tonnellate e di circa 17-18 metri di lunghezza rappresentano oggettivamente – oltre a maggiori costi – un problema in più di sicurezza nella circolazione stradale. Alla luce di ciò, la presidenza CNA Fita Sicilia ha avanzato al Governo e al Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Musumeci, la richiesta di individuare e nominare un commissario straordinario che sovraintenda alla programmazione e progettazione oltre che all’ affidamento ed esecuzione degli interventi sulla rete viaria siciliana. La previsione di un commissario straordinario è peraltro contenuta nel decreto Milleproroghe che ne contempla la nomina entro il 28 Febbraio 2020. CNA Fita chiede quindi al Ministero dei Trasporti di rispettare i termini indicati dal decreto e di disporre uno specifico e congruo budget per tutti gli interventi necessari, compreso il ristoro dei maggiori costi che stanno sopportando gli autotrasportatori. E’, inoltre, altrettanto fondamentale il tema degli incrementi dei noli marittimi. Per ridurre questi costi indotti è stata ribadita la necessità di intervenire sulla normativa che ha introdotto il “marebonus” facendo in modo che le risorse arrivino direttamente agli autotrasportatori mentre quelle rimaste in mano agli armatori vengano effettivamente utilizzate per il miglioramento dei servizi marittimi e il decongestionamento della rete viaria. Infine, è indispensabile sia che le risorse in questione siano funzionali al trasporto multimodale di complessi veicolari, autocarri, rimorchi, semirimorchi e cassa mobili sia che il numero di imbarchi ammessi al contributo venga ridotto a 50. Piove sul bagnato. Come se i disagi non fossero già abbastanza si aggiunge un’altra cattiva novella: la soppressione della tratta Catania – Napoli da parte di Tirrenia. Un ingente danno economico al tessuto economico della regione e alle imprese dell’autotrasporto che si vedono sottratte 589 chilometri di marebonus. CNA Fita chiede quindi al Ministero dei Trasporti di intervenire per favorire la riapertura della tratta e per garantire il trasferimento agli autotrasportatori, da parte di Tirrenia, del marebonus maturato sino al 7.2.2020. L’incremento dei noli marittimi, l’aumento incessante del costo del carburante e del costo della manodopera accrescono sempre più le difficoltà nel portare a termine i contratti di trasporto a condizioni eque, soprattutto quando esiste una concorrenza che “inspiegabilmente” offre servizi di trasporto a condizioni molto più basse di quelle di mercato. Le imprese di autotrasporto associate a CNA Fita Sicilia denunciano una tangibile diffusione di trasporti effettuati a bassissime condizioni economiche che lasciano presupporre fenomeni di illegalità. Una situazione che sta letteralmente sgretolando il fatturato della stragrande maggioranza delle imprese regolari. Questo fenomeno diffuso di concorrenza sleale e di criminalità mortifica il valore dell’utilità sociale dell’impresa e arreca danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Solo un incremento dei controlli e una semplificazione delle norme di sicurezza possono consentire un miglioramento in termini di sicurezza e trasparenza del mercato dei trasporti.